Mi guardi
con quei tuoi occhi lucenti,
gli occhi di chi sa sognare e di chi non smettera' mai di farlo.
Mi guardi
e mi chiedi
cosa c'e' che non va?
Io zitta. Cado in un pozzo di frasi fatte,
di luoghi comuni che puzzano di muffa
e di bugie.
Non posso evitarlo: i miei occhi si riempiono di quell'acqua salata
che chiamano lacrime.
Non puoi capire. Perche' neanch'io posso.
Mi sento egoista, infantile ed egoista,
mentre me ne sto a fissarti senza dire niente,
con quella sensazione di essere di troppo, di essere
poco.
Cosa credi? Che mi faccia piacere stare qui rinchiusa?
E' una punizione autoinflitta questa, che credi, che mi diverta?
Oggi sono rimasta qui perche' ho dovuto punirmi.
Non chiedermi il perche', non lo so dire.
Lo so, ma non lo so dire. Non a te, almeno.
Non a quegli occhi che hanno tanto affetto per me.
Paura che parole possano prosciugare il tuo amore.
Eppure, eppure...
Dov'erano tutte queste paure mentre ero la' fuori a fare foto al mondo
esotico che mi passava davanti?
Quella non era realta', e' vero, dimenticavo.
Quella era un sogno, io non avevo responsabilita' ne' ruolo alcuno.
Io ero la' solo per godere del sole e del vento e della musica.
E ora sono qui. Catapultata tra le tue braccia, che piacere all'inizio.
Ma poi te ne vai, te ne torni alla tua vita e -slam- la realta' mi
investe all'improvviso, schiaffeggiandomi con arroganza.
Con tutta la sua arroganza maligna, ma veritiera.
Chi sono, cosa voglio fare, come guadagnare, come essere felice, come
essere alla tua altezza???
Panico.
Ricado miseramente in pozzanghere conosciute,
ma non per questo meno disgustose.
Il fango ancora ha il sapore del vomito.
Mi rialzo a stento. Pensieri di morte aleggiano attorno.
La mia immagine nello specchio ha vent'anni in piu' e mille
possibilita' in meno.
E tu arrivi, con quegli occhi colorati d'oro, con i capelli striati
d'argento, la voce di velluto e le mani di seta,
amore,
mi vuoi aiutare.
Ma non vedi che sono incastrata alla base?
C'e' qualcosa che mi tiene ancorata ad un errore primordiale, uno
sbaglio atavico, una grande e terribile mancanza.
Cosa mi puo' salvare?
Prendo in considerazione di andarmene.
Andarmene da qui, da questa camera, da questa casa, da questa citta' e
infine da te.
Mi sento soffocare solo al pensiero di perderti ma forse e'
inevitabile morire per poter rinascere migliori?
Ho sempre voluto uccidere tutto cio' che e' perfetto,
perche' cosi' e solo cosi' sara' perfetto per sempre.
con quei tuoi occhi lucenti,
gli occhi di chi sa sognare e di chi non smettera' mai di farlo.
Mi guardi
e mi chiedi
cosa c'e' che non va?
Io zitta. Cado in un pozzo di frasi fatte,
di luoghi comuni che puzzano di muffa
e di bugie.
Non posso evitarlo: i miei occhi si riempiono di quell'acqua salata
che chiamano lacrime.
Non puoi capire. Perche' neanch'io posso.
Mi sento egoista, infantile ed egoista,
mentre me ne sto a fissarti senza dire niente,
con quella sensazione di essere di troppo, di essere
poco.
Cosa credi? Che mi faccia piacere stare qui rinchiusa?
E' una punizione autoinflitta questa, che credi, che mi diverta?
Oggi sono rimasta qui perche' ho dovuto punirmi.
Non chiedermi il perche', non lo so dire.
Lo so, ma non lo so dire. Non a te, almeno.
Non a quegli occhi che hanno tanto affetto per me.
Paura che parole possano prosciugare il tuo amore.
Eppure, eppure...
Dov'erano tutte queste paure mentre ero la' fuori a fare foto al mondo
esotico che mi passava davanti?
Quella non era realta', e' vero, dimenticavo.
Quella era un sogno, io non avevo responsabilita' ne' ruolo alcuno.
Io ero la' solo per godere del sole e del vento e della musica.
E ora sono qui. Catapultata tra le tue braccia, che piacere all'inizio.
Ma poi te ne vai, te ne torni alla tua vita e -slam- la realta' mi
investe all'improvviso, schiaffeggiandomi con arroganza.
Con tutta la sua arroganza maligna, ma veritiera.
Chi sono, cosa voglio fare, come guadagnare, come essere felice, come
essere alla tua altezza???
Panico.
Ricado miseramente in pozzanghere conosciute,
ma non per questo meno disgustose.
Il fango ancora ha il sapore del vomito.
Mi rialzo a stento. Pensieri di morte aleggiano attorno.
La mia immagine nello specchio ha vent'anni in piu' e mille
possibilita' in meno.
E tu arrivi, con quegli occhi colorati d'oro, con i capelli striati
d'argento, la voce di velluto e le mani di seta,
amore,
mi vuoi aiutare.
Ma non vedi che sono incastrata alla base?
C'e' qualcosa che mi tiene ancorata ad un errore primordiale, uno
sbaglio atavico, una grande e terribile mancanza.
Cosa mi puo' salvare?
Prendo in considerazione di andarmene.
Andarmene da qui, da questa camera, da questa casa, da questa citta' e
infine da te.
Mi sento soffocare solo al pensiero di perderti ma forse e'
inevitabile morire per poter rinascere migliori?
Ho sempre voluto uccidere tutto cio' che e' perfetto,
perche' cosi' e solo cosi' sara' perfetto per sempre.
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