incubo

Potevo vedere al di la' delle sue pupille, oltre il nero oscuro tutto disteso attorno. Le vedevo fertili e verdi, quelle terre sconosciute che mai avrei potuto toccare.

Si sedeva al mio fianco e mi teneva la mano, spaventato. Eravamo protagonisti di un incubo e nessuno dei due poteva svegliarci...eravamo in un gioco macabro che ci tratteneva a se' fino alla fine. Avevamo firmato col sangue la nostra condanna.

E poi...la corsa. Ricordo il sangue in gola, il respiro affannato, le sue lacrime...le mie. Unite insieme significavano guerra. Ti sfido, mio amante! Non avrai altro demone all'infuori di me! Saro' la tua ossessione, entrero' nelle viscere e ti sconvolgero' le funzioni vitali finche' dovrai piegarti sulle ginocchia e chiamarmi padrona, gemendo come un perdente.

C'e' mai stato vincitore? No. L'energia e' diminuita via via...l'immagine delle terre fertili e' diventata sempre piu' sfocata finche' e' sparita completamente. Io non ti ho mai avuto ai miei piedi come avrei voluto.

Ora ci stiamo leccando le ferite, la quiete dopo la tempesta, ognuno al riparo nella propria tana, al caldo...

Il ricordo somiglia ad un film di bassa lega, mi si ripresenta in sogno, ma la mattina cancello con un sorriso.


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