un piccolo riccio,alla mattina di un giorno assolato, decise di partire alla scoperta del mondo.
prese con sè tutti i tesori che aveva accumulato nella sua breve vita: una ghianda grande e lucidissima, una scheggia di vetro verde e un tappo di bottiglia bianco.
fece un lungo sospiro rimirando per l'ultima volta la tana dov'era cresciuto, una cavità ai piedi di un ciliegio in fiore...
il piccolo riccio partì.
camminò attraverso campi sterminati, facendosi faticosamente spazio tra papaveri e grano...
superò anche strane strisce di terra dura e grigia, che scottava sotto le zampine.
si fermò sotto una quercia, accaldato, vicino ad un casale.
stava riposando quando sentì un grugnito provenire da una casetta di assi vicino al casale
corse a vedere quale strano animale poteva nascondersi lì dentro, e perchè emettesse quel buffo rumore...
l'animale era un grosso maiale rosa dal muso amichevole. sembrava tanto triste..
il piccolo ricco gli chiese il motivo delle lacrime che gli bagnavano le guance paffute, e il porco rispose:
grugn grugn i miei padroni grugn sono arrabbiati con me grugn perchè hanno detto che non ho misura in quello che faccio grugn e che non mi pongo mai limiti e che ora sono grande caspiterina sarebbe ora di mettere la testa sulle spalle ed essere più razionali nelle scelte che si fanno
e insomma grugn hanno deciso di mettermi a dieta per un po' per farmi capire che non è il caso di abbuffarmi tutte le volte che mangio
ma io ho fame.....capisci piccolo riccio?
il mio stomaco brontola e se ora avessi anche solo una ghianda la mangerei lentissimamente e me la gusterei fino a stasera, lo giuro.
il piccolo riccio fu impietosito dalle triste storia e decise di donare il suo tesoro al povero maialotto
che però non mantenne la promessa
si ingozzò la ghianda in un lampo e ricominciò a grugnire e compatirsi
il piccolo riccio ci rimase male, ma salutò educatamente il maiale e ripartì verso la sua meta indefinita
poco più avanti sentì provenire un grido d'uccello da un cespuglio. corse subito a vedere se c'era qualcuno in difficoltà, ma si trovo d'un tratto davanti a sè un gattone enorme con un sorriso spaventoso
si spaventò e fece per appallotorarsi su sè stesso puntando i suoi aculei, ma il gatto cominciò a parlargli con voce suadente...
mmmma ciaaao piccolo riccio
non ti voglio fare del male, io sono un gatto buooono non lo vedi?? io sono anche trooppo buono e soffro quando la mia natura mi costringe a fare del male ai poooveri piicoli animali indifesi...
solo che non ci posso fare nulla sai? noi gatti siamo cattivi perchè abbiamo le vibrisse: sono loro che ci spingono ad aggredire i poooveri piiiccoli animaletti...
mmmio caro amico io ci ho provato in tutti i modi a togliermele, mmma non ci sono riuscito...
e mentre parlava i suoi baffi vibravano minacciosi...
il riccio si fidò delle parole del grosso gatto rosso, e gli donò il suo secondo tesoro per permettergli di potersi tagliare via quei baffi, fonte delle sue azioni malvagie.
il pezzo di vetro era lungo e affilato, appena il gatto lo prese in mano il riccio capì che era stato preso in giro e che era caduto vittima della furbizia del micione.
in due salti il gatto raggiunse il cespuglio dove finalmente con la sua nuova arma avrebbe potuto raggiungere l'uccellino nascosto tra i rovi intrigati...
il riccio si maledì per la sua ingenuità, versò una lacrima e scappò veloce lontano da quel gatto tanto cattivo quanto furbo.
camminò ancora per ore...era triste e assetato.
finalmente raggiunse uno stagno dove pote' abbeverarsi.
qui incontrò un vecchio rospo che si rispecchiava nella superficie dell'acqua e singhiozzava.
raccontò al riccio il motivo del suo dolore:
era stufo di essere un brutto e viscido rospo e aveva sentito da alcuni suoi amici che i rospi potevano riscattarsi dal loro destino diventando affascinanti principi...
il riccio gli chiese com'era possibile una cosa del genere...a lui sembrava un'assurdità!
il rospo rispose serio e un po' offeso che non sapeva l'esatto procedimento...ma....vediamo...cosa possiede un principe, che lo distingue dagli altri?
il riccio rispose: la corona!
il rospo annuì soddisfatto, indicando il tappo di plastica che il riccio si portava appresso
il piccolo riccio si fece convincere anche stavolta e donò il suo terzo e ultimo tesoro al veccchio rospo brontolone
che lo indossò
ma non successe nulla.
anzi, il rospo vedendo la propria immagine immutata, si arrabbiò e fece un lungo balzo per gettarsi nell'acqua melmosa, così facendo fece cadere il tappo nelle profondità dello stagno
il riccio rimase solo.
si era fatto buio, le ombre erano lunghe e i primi grilli cantavano
il riccio decise di tornare a casa...
non si sentiva abbattuto
aveva perso i suoi tesori, questo è vero, ma ne aveva acquistati altri:
aveva capito che non è bene dare fiducia a tutti quelli che si incontrano sulla propria strada
e aveva compreso anche che quelle che sono le caratteristiche distintive, la natura propria delle persone, non possono cambiare mai.
quella notte dormì nella sua tana e si sentì più ricco del giorno precedente.
the end
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